mercoledì 3 luglio 2013

Dispetti


 Volevi tenerlo segreto per evitare che qualcuno che ti conosce avesse indizi per scoprire la tua vera identità, ma hai deciso di rischiare e lo sbandieri ai quattro venti. Studi architettura e come gli altri 50 ragazzi che seguono con te il Laboratorio di Progettazione 2 sei indeciso se detestare o disprezzare il tuo professore.

 Lo sai, di solito questi sentimenti si nutrono ipocritamente per un professore esigente o semplicemente perché non si ammette di non aver fatto abbastanza, ma qui la questione è diversa -per davvero- qui si rasenta l'illegalità.

 Non ne farai il nome, non ne vale la pena e comunque chi lo conosce sa di chi stai parlando, grazie a Dio ce ne sono pochi come lui. Ricordi la prima impressione, circa tre mesi fa. Lo trovasti col suo dolcevita blu, i capelli bianchi e il microfono in mano -che non hai mai capito se fosse acceso o meno-, seduto sulla cattedra ad aspettare le sue nuove ignare vittime.

 Non ti piacque, senza mezzi termini. Pensasti che fosse un vecchio, presuntuoso, pomposo insegnate universitario, lo bollasti così prima che dicesse una parola e la tua amica, quella dell'altro post, era d'accordo con te.

 Poi qualcosa cambiò, arrivarono gli altri, la lezione cominciò e pensasti di esserti sbagliato, ti sembrò preparato, esperto come professore e come architetto, qualcuno da cui apprendere davvero qualcosa -voce bassa permettendo- durante questo secondo anno piuttosto deludente. Come sbagliavi.

 Parlò per circa un paio d'ore di politica e architettura per poi rivelare quale sarebbe stato lo scopo del corso, il cosiddetto tema d'anno. Progettare un edificio destinato a social housing.


E che è?
Case popolari.

 E chiamale case popolari allora. NO! Non si può, non si usa più. L'inglese ha tutto un altro sapore e il professore è stato a Detroit, al MIT -che poi sta a Cambridge- l'ha detto 3 volte in un'ora.

 Ok. E come si fa una casa popolare un edificio di social housing? Facile, ci si accorda con l'amministrazione pubblica, si ottiene un terreno, si costruisce e si specula. Taglia di qua, risparmia di là,  il tuo scopo è guadagnare. Ma io sono un architetto, mica un costruttore? NO! Per questo esame sarai un costruttore. E chi me lo dà il progetto allora? Te lo fai da solo, sei appena tornato architetto, contento?

 Molto. Ma, non per essere ripetitivo... come si fa un edificio di social housing? Non è difficile, ma ora il professore deve andare, vi lascia nelle capaci mani del suo assistente.

 Una montagna di capelli ribelli e una cintura con la frutta disegnata sopra, sono queste le cose che non dimenticherai mai dell'assistente. È preoccupante visto che per l'intero semestre, sei ore settimanali, hai avuto a che fare solo con lui.

 Per otto settimane ridisegni tre case popolari famose, dicono, copiando le piante da fotocopie sgranate per poi misurare le aree delle varie stanze. Il professore, quello che non avevi ancora deciso se ti piaceva o no, è scomparso.



 Quando lo rivedi, a giugno, non sei sicuro che sia lui. Lo ricordi a malapena e ormai fa caldo per il dolcevita. Per fortuna prende il microfono, non senti niente di quello che dice, ma lo riconosci. Presenta un altro tizio, uno con una giacca enorme come quelle di Benigni e i capelli del maestro Mazza -quello nella foto qui sopra- appena sveglio. Un architetto figlio d'arte che ti dovrebbe iniziare ai segreti della progettazione. Vedi 4 piante che lui descrive come avrebbe potuto fare un passante qualsiasi

-Qua c'è una porta, lì le scale, quelle sono finestre, fanno entrare la luce... e, quando le apri, anche l'aria.

 Il professore prende la parola giusto per dire che non sa perché i giovani odiano la politica, su questo potresti scrivere tutto un altro post, e sparisce di nuovo. Questa settimana pure l'assistente decide di fare festa e voi intanto scoprite che il professore ha fissato come orario di ricevimento proprio le ore del vostro corso.

 Finalmente riuscirete a parlargli, correte a cercarlo nel suo ufficio e trovate la porta chiusa. Non c'è, così andate a lamentarvi dal preside che gli manda una mail. Non sarà troppo? Non pensavate di arrivare a tanto. Un po' vi sentite in colpa.

 Ormai mancano tre lezioni alla fine dei corsi e voi che speravate in uno sprint finale, sapete che avete semplicemente perso 3 mesi della vostra vita. Tre mesi che nessuno vi ridarà, mentre un progetto ancora non si vede. In compenso torna l'assistente, che per l'intero semestre ha sfoggiato tante cinture, tutte con la frutta disegnata sopra.

 È irritato, ancora meno disponibile del solito. Se gli esponi un problema non dice più che ve ne sareste occupati dopo, ora ti risponde che non hai più tempo per pensarci e senza nessun preavviso vi informa che vuole vedere i progetti definitivi fra due giorni.


 Il professore si è arrabbiato con lui per la mail ed ecco che insieme vi fanno i dispetti.

 Non avete molta scelta comunque. Vi mettete al lavoro seguendo tutti i suggerimenti che vi ha dato l'assistente durante il corso per portare qualcosa di completo al professore, sperando che stavolta ci sia, visto che ormai ve l'ha detto senza vergogna, non ha voglia di venire.

 Sei arrivato in ritardo. È l'unica cosa che hai imparato in questo corso. Hai passato la notte a fare un plastico con la tua ragazza, quella dell'altro post, che ti faceva compagnia e quando arriva il tuo turno loro non lo guardano.

 Danno un'occhiata veloce alla pianta e ti bocciano il progetto, quel progetto che all'assistente era andato bene per tre mesi. Quella non è architettura, è edilizia. Chiedi se devi ripartire da zero o lavorare su questo e i due ti rispondono in coro

-Riparti da zero.
-Lavora su questo.

Ops! Si guardano in faccia, e adesso come la risolvono questa? Il professore ha un lampo di genio

-Riparti da zero, riutilizzando però le stesse idee in un modo diverso.

Grazie professore, ora si che so cosa fare. Non sei tu quello sbagliato però, agli altri non va meglio. Siete tutti a livello di un geometra... quasi. Dovete prendere spunto da esempi alti, non da Renzo Piano che fa schifo. Non che ti consoli, anche se almeno tu non sei stato accusato di aver provato a sedurlo quando ti sei messo una mano nei capelli.

 Tra una correzione e l'altra gli si avvicina quella ragazza con cui non avevi mai parlato. Quella che spesso vedevi seduta in aula a leggere o scrivere come se aspettasse qualcuno, quella che invidiavi perché chiaramente non seguiva questo maledetto corso. Scopri che a lei è andata peggio, sta preparando la tesi con lui. Aspettava il tuo professore, erano le sue ore di ricevimento quelle, e chissà lui dove se ne andava?

 Parlano un po', lui non si toglie dalla faccia quel sorriso alla Fonzie e poi lei alza la voce, gesticola, non capisci che succede, finché non gli dice quello che tutti voi avete solo pensato subito prima di imboccare la porta

-Si fotta professore!

Un bel momento, ma ora come lo superate quest'esame?

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